Piove , allora GIOCHIAMO :
Strega comanda COLOR ...
Che COLOR ?
E per non farmi trovare impreparata dalla strega che comanda color ... Subito subito. Srotolo il mio pacchettino e lascio la strega con un palmo di naso 😀😀😀
Strega comanda COLOR ...
Che COLOR ?
E per non farmi trovare impreparata dalla strega che comanda color ... Subito subito. Srotolo il mio pacchettino e lascio la strega con un palmo di naso 😀😀😀
E c’è la nonna che aspetta affacciata al terrazzino e che ha già pronta colazione con latte e biscotti , e non importa se è la seconda colazione .
E c’è la nonna del caffè di prima mattina . Una tazzina quasi colma e un po’ di quel caffè versato sul piattino perché deve essere della quantità adeguata e soprattutto deve raffreddare un po’ .
Il Due , non è un numero primo ma se si tratta di nonne, è un numero affettuoso .
Che bello essere nipoti di nonne diverse , nonne che consegnano sfumature differenti della vita e, rimanendo se stesse offrono la possibilità di vivere , con approcci diversi la stessa finalità affettiva .
Spezzettare il pane per i merli , i passerotti che puntualmente aspettano in giardino , sicuramente ingentilisce . Prendersi cura dei fiori , delle piante e andare nel piccolo orto del nonno , aiuta a sentirsi parte della Natura .
Imparare a fare i gomitoli di lana ovali , con due buchi i alle estremità e sentirsi speciali , aiuta l’auto stima e la manualità . Poi forbici , uncinetto , ferri in mano prestissimo è un invito alla creatività , alla bella imperfezione perfetta che non è mai molto facile insegnare ai bambini .
Apprezzare le poesie , azzardarsi a provarci , perché la nonna è bravissima , ma anche i bigliettini che io le scrivo le piacciono tanto …
I versi e le canzoni in veneziano incise sulle cassette ormai obsolete ma preziose perché molto amate .
E si fa spazio , anche la voce forte e decisa della nonna , quella che racconta tutto il possibile e un po’ anche dell’impossibile . Che canta le canzoni degli alpini , dei partigiani , e del ventennio quando lei era piccina . Quella che devi reagire perché se non hai la febbre , NON stai male .
La nonna di Radio Antenna Mare , e delle sue amiche poetesse e appassionate di bella musica . La nonna del Centro Anziani , delle gite e della Tombola con il nome proprio e il soprannome di tutti i 90 numeri .
La nonna del tè ai frutti di bosco e quella del pane burro e zucchero . Nonne che hanno lasciato tracce belle , che mia figlia spesso mi rivela .
" Che tempaccio vero mamma ? Buio , tuoni e lampi ma mi son detta - io faccio come nonna Bruna , niente paura e via di corsa a casa perché chi si ferma è perduta " .
" Ecco una sorpresa , un mazzolino di fiori perché vogliamo essere felici ".
Non so , se i numeri abbiamo dei significati particolari , per noi , Il numero Due è proprio un numero affettuoso .
Ma è una storia che esiste davvero .
Ricordo che l'avevo letta , in un libricino , preso in prestito dalla biblioteca della Giudecca , ed ero proprio agli inizi del mio lavoro .
La Storia di Zenzero , di Romano Scarpa , scrittore veneziano , lo descriveva come il nanetto più intraprendente e curioso , che amava girare il Mondo per CONOSCERE e IMPARARE , proprio come i bimbi , che vuole spingere nel Mondo della Conoscenza .
Si va bene , poi io l'ho usata un po’ a modo mio , anzi , a modo in cui il nostro ottavo nanetto , entrava per contestualizzare le varie situazioni .
Era sempre lui , ma al bisogno , cambiava nome , giusto giusto per far entrare i bambini , in una sana competizione .
Avrebbe potuto chiamarsi SCRITTOLO , e i dettati sarebbero diventati
" Più simpatici " … NUMEROLO , e tabelline e piccoli calcoli , sicuramente più amici . L'unico ottavo nano che non ha avuto mai bisogno di dare ulteriore aiuto ai bambini , era INTERVALLOLO , quel momento è sempre stato CHIARISSIMO per tutti .
Ma perché ho ricordato Zenzero , il suo libretto e il suo ruolo ?
Perché ieri non ho resistito , e ho comprato il nostro ottavo nano , perché è delizioso , perché dipinge , perché ama la morbidezza e sceglie di sedersi su uno sgabellino di funghi , perché ha uno sguardo che infonde calma , serenità , tranquillità .
È un'altra versione di Zenzero e ora a me , va bene così .
Forse potrei chiamarlo ZENZEROLO , o soltanto ZEN … ancora non lo so .
In famiglia mi dicono che COLORALO gli cadrebbe a pennello 🖌️
Io penso però , che ognuno può gestire l'ottavo nanetto , come meglio crede … ormai l'ho capito , è il nanetto AL BISOGNOLO .
Ecco , è andata così .
Si riordina nel cestone del Non si Butta mai Via niente.
Un pezzettino di stoffa rosa, qualche nastrino, un po’ di pizzo, un po’ di tempo libero , l'occorrente giusto giusto per fare una bambolina .
Una COSETTA , che guarda con meraviglia . Che cerca energia . Che vuole ispirazioni belle .
Si , l'ho chiamata Cosetta , perché è una piccola cosa , una bambolina minuta e graziosa , che volevo facesse trasparire una "personalità
intelligente ".
Victor Hugo, ha ingentilito il personaggio di Eufrasia , sì , perché nei Miserabili , questo era il vero nome di Cosette , affidando alla mamma della piccola Eufrasia , il compito di sceglierle un nomignolo tenero che la identificasse .
Per la sua mamma e per tutti noi è diventata Cosetta . Straordinario Victor Hugo .
Non lo so se lo sguardo che ho scelto per la mia Cosetta , esprima tutto quello che avrei voluto . È difficile rivelare le emozioni , si devono vivere .
… E poi c'è un Ciuccio perché lo stupore dell'infanzia deve rivelarsi .
A volte le creazioni sono proprio come i " Biscottini della Fortuna ", cercano di donare dei messaggi belli , cercano di armonizzare le emozioni di chi le crea . A volte succede , a volte non ci si riesce .
Meglio dire , trovare lo schema del primo centrino che ho eseguito da sola , sotto la guida esperta di mia mamma .
Ho fotocopiato lo schema da una datata rivista di Tutto Uncinetto e mi sono divertita a rifarlo con più abilità , più velocità , più sicurezza anche più disinvoltura , ma con emozioni sicuramente diverse .
Credo di aver impiegato una settimana per finirlo , mani sudate , impensabile impugnatura dell'uncinetto . Ogni punto per ogni giro , contato e controllato ma volevo farcela , volevo che tra i centrini che la mia mamma aveva preparato per il mio matrimonio , ce ne fosse anche uno mio . Non ne conosco bene il motivo , ma sentivo che doveva essere così , forse per dare continuità ad una creatività familiare che mi aveva accompagnato da sempre e che forse non volevo si interrompesse .
NON potrei ricordare , riconoscere , questo mio primo lavoro importante , se la mamma , non avesse siglato con una piccola O l'angolo della pagina della rivista . TUTTE le altre erano siglate con una F.
Bruna aveva scelto di fare tutti centrini diversi e si era procurata un buon numero di riviste sue e altre che generose amiche le avevano prestato .
" No ti vorà miga che i fassa tutti precisi , dopo el terso sarìa già stufa agra ."
E per evitare di ripetere lo stesso schema segnava la pagina con F di FATTO e solo una con una O di Ornella , impossibile non sia proprio questo .
E comunque i ricordi sì , sono proprio questi .
La coperta copriletto della dote di mamma , è perfetta per questo periodo.
Bianco , cotone lavorato con disegni a rilievo semi lucidi.
Questo è quello che vedo , quello che so è che è un copriletto da tenere con
“ rispetto “ .
Rispetto è il temine che usava la mamma per dare un ruolo speciale alle cose preziose , per identificarle , e credo anche , per tramandarle come tali.
Il copriletto di Frette, un prestigioso negozio di biancheria dove le spose veneziane compravano qualche capo della dote , per renderla preziosa.
“ Ho aspettato molto per poterlo comprare , perché lo volevo con le ROSE , ed era il più bello ... No go spetà un giorno , e gnanca un mese par comprarlo . Passavo davanti ea vetrina , in Campo Manin , quando ndavo aea Standa San Luca . Eo vardavo co emosion , come quea che se prova spetando Nadal , mi invense de Nadal , dovevo spetar de far musina . Già spetavimo che el faegname ne fasese ea camera e ogni mese pasavimo per zontarghe un acconto . Ghe ne gera altri de covartori , ma mi eo voevo con e ROSE perché el gera el più beo de tuti . "
E le rose ci sono ed è veramente bello . Il suo essere prezioso , il rispetto che gli si deve , è certamente dettato dall'impegno , dalla perseveranza , dalla tenacia avuti per giungere l'obiettivo che non è certo quello del tutto subito .
“ L’ ho usato da neo sposa, quando tutti venivano a vedere la camera nuziale , poi è stato il copriletto “ da parto”.
(Già , si nasceva in casa ).
Quando tutti venivano a trovarmi e vedere te e Fabio .
Poi lo mettevo quando si chiamava il dottore .
( Già , i medici facevano visite a domicilio) .
Poi l’ho usato più liberamente , ma lavata dopo lavata è rimasto sempre bello con le sue ROSE. “
Quante volte ho sentito questi racconti con tono convinto,sicuro e orgoglioso .
Poi un giorno , le frange del Copriletto di Frette con le Rose, si sfrangiano .
“ Tutta colpa dea machina da
avar . Tute e volte che eo go ava in masteo mai successo “
Senza pensare che il copriletto con la mamma festeggiava le nozze d’oro.
Ma le ROSE erano ancora belle e armata di uncinetto e cotone doppio ritorto, come lo chiama lei, via le frange distrutte daea machina, e pronto un bordo fiorito
" Così sta bene con le ROSE.”
E niente, ora mi è facile continuare a tenere
“ con rispetto “ il mio copriletto di Frette con le rose, dentro c’è anche la vita della mia Famiglia .
Evviva la mamma , così aperta, così estroversa, così immediata, così ciarliera che mi ha parlato, raccontato, detto molto anche dei suoi pensieri , delle sue emozioni e ha generato le nostre identità .
Evviva il mio copriletto con le sue rose che ci abbraccia nelle tiepide notti settembrine .
Solo cancelletti e piccole porte perché alla fine ė piacevole dire e sentirsi dire AVANTI .